giovedì 10 febbraio 2011

Secondo me hanno ragione i Brasiliani!

Era il 31 dicembre 2010, l'Italia tutta aspettava il nuovo anno e una decisione sull'estradizione del terrorista Cesare Battisti. Lula, ormai ex- presidente del Brasile, alla fine decise di non estradarlo. Tutti in Italia si indignarono: La Russa, pittoresco ministro della difesa italiano - che non vede l'ora di bombardare qualcuno - minacciò: "Ci saranno conseguenze", Napolitano scrisse una lettera al presidente Lula. Ma tanto è stato detto e tanto è stato fatto che Battisti se ne sta ancora in Brasile, e le speranze poste nella neo-presidentessa, Dilma Rousseff, sono state vane. Fatto sta che Battisti si professa perseguitato, e che se ne resta in Brasile.
E per me i brasiliani hanno ragione da vendere: come si fa ad estradare qualcuno in un paese il cui primo ministro vuole far causa allo Stato che governa perchè è stato rinviato a giudizio, in cui la magistratura viene tacciata di essere l'avanguardia di un golpe? Voi veramente estradireste una persona qualunque in un paese che viene descritto così? Io no.

4 commenti:

  1. Già!Infatti una lettera a Repubblica di qualche settimana fa esprimeva proprio le preoccupazioni riguardo una possibile estradizione che alcuni amici brasiliani avevano espresso a degli italiani in visita in Brasile, chissà come mai erano convinti che la magistratura italiana sia dedita a persecuzioni...

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  2. Ciao Ilaria, che piacere leggerti!
    E meno male che l'adorato premier non se ne era ancora uscito con il paragone con la DDR...

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  3. Eh già, chissà che pensano ora...

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