mercoledì 29 giugno 2011

Dopo il 13 febbraio?

Stamattina ho guardato questo video sul quotidiano La Stampa on line. Mi è piaciuto molto la risposta che ha dato alla ragazza all'ultima domanda. Noi donne dovremmo smetterla di aspettare che gli uomini facciano qualcosa per per noi e dovremmo iniziare a farci avanti e a farci carico dei progetti che ci stanno a cuore. 
Mi è tornata subito alla mente la conferenza delle donne democratiche a cui ho partecipato a febbraio: in tante in quell'occasione avevano affermato che si sarebbero sentite sconfitte se le donne della nostra generazione avessero continuato a farsi da parte per l'uomo potente di turno. Mi ricordo due più delle altre: Livia Turco e Anna Finocchiaro, due donne capaci che avrebbero meritato molto di più di quello che hanno raggiunto.
Mi ricordo anche come in tante in quell'occasione si volessero mettere alla testa delle donne scese in piazza il 13 febbraio, ma poi l'abbiamo davvero fatto? Abbiamo davvero messo in moto il cambiamento culturale che in tante sognavamo?
Io direi di No. Ne è una dimostrazione lampante il manifesto della festa dell'Unità che si sta svolgendo a Roma in questi giorni. Voglio dire: non eravamo noi a volere una nuova immagine della donna? Forse ha ragione la Bindi, non dobbiamo dare troppo peso al manifesto...Ma sicuramente non è un bel segnale per quello che vuole essere un partito che vuole interpretare il cambiamento.

1 commento:

  1. Il cambiamento. Hai detto bene, il CAMBIAMENTO. Il punto è proprio questo, e riguarda la questione femminile, ma non solo.
    Quello a cui dobbiamo puntare non è cambiare il Governo (non solo), ma cambiare il Paese! Il nodo di fondo è questo, ci vuole uno sguardo lungo sul futuro e più coraggio e continuo a chiedermi se i dirigenti nazionali ne abbiano a sufficienza...

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