sabato 26 febbraio 2011

La conferenza delle donne democratiche...

Una settimana fa ho partecipato alla conferenza delle donne democratiche. Molto su questa conferenza è stato scritto...preferisco per ora limitarmi qui a postare l'intervento che avrei voluto fare la seconda giornata e che non ho fatto, perchè ero troppo arrabbiata e troppo nervosa...per una mia riflessione sull'evento ci sentiamo più tardi.

Care compagne, caro segretario, Roberta
Quello che sto per dirvi probabilmente non vi piacerà ma credo che in questa sede, in questo luogo, all’interno del partito, dobbiamo avere il coraggio di essere sincere fino in fondo. Vorrei quindi manifestarvi il mio grande disagio, la mia amarezza, la mia frustrazione per la grave mancanza di almeno una traccia, di un segno tangibile, di un documento programmatico di quello che vogliamo sia il fine di questo nuovo organo del PD.
Ieri pomerriggio ho ascoltato tante belle parole sulla manifestazione di domenica scorsa. La senatrice Finocchiaro ci ha esortato ad essere leader e non forze di complemento, l’onorevole Turco, nel suo emozionante intervento, ci ha esortato ad essere leader in prima persona, generose, non solo fedeli alleate di un leader uomo. Sembrava proprio che per una volta il PD fosse in sintonia con la piazza, e fosse pronto a cogliere la sfida e le istanze che le donne e gli uomini in piazza domenica scorsa hanno posto a tutti noi.
E invece, ieri sera, quando avremmo potuto iniziare a declinare in forma concreta i nostri propositi e le belle parole ascoltate da tutti, non abbiamo nemmeno potuto proporre una mozione, cha noi delegate del Trentino avevamo preparato. Non abbiamo nemmeno votato una dichiarazione di intenti. Tutte queste speranza sono andate smarrite: era chiaro ed evidente a tutte le delegate presenti che noi eravamo lì solo per ascoltare, al massimo per raccontare cosa succede nei nostri territori. Di certo non era previsto che potessimo proporre documenti elaborati da noi. Di certo non era previsto che osassimo solo pensare che questo era un organismo dove la discussione doveva avere luogo. Di certo non era previsto che la maggiornanza delle persone avessero un’idea, magari in alcuni casi contraria a quella delle persone sedute al tavolo della direzione.
Durante le riunioni che hanno avuto luogo per preparare questa conferenza e a cui ho partecipato era emerso in maniera chiara che le sfide che le donne in generale e le donne democratiche che si trovano qui oggi devono affrontare sono tre:
1.    La riabilitazione dell’immagine della donna: è evidente per tutti tranne che per Berlusconi: le donne italiane non sono un corpo.
2.    La costituzione di un nuovo sistema di welfare, che permetta alle donne italiane di poter veramente raggiungere la parità con gli uomini nel mondo del lavoro e che consenta alle donne di non essere discriminate
3.    La democrazia paritaria.

Ora vorrei che fosse chiaro per tutti che senza raggiungere davvero e compiutamente la parità nelle istiituzione che ci rappresentano gli altri due obiettivi ce li sogniamo. Solo potendo contare su donne indipendenti e autonome che ci rappresentano e che hanno la forza di portare avanti le nostre battaglie senza dover fare passi indietro perché devono la loro posizione al leader di turno potremmo davvero e compiutamente raggiungere la democrazia paritaria.
Sinceramente a me ieri sera queste donne autonome e indipendenti sono mancate tanto. Oggi abbiamo pure scoperto che il gruppo di lavoro ristretto che aiuterà Roberta sarà composto da donne scelte in base alla corrente di appartenenza. Un bel modo per cambiare le cose, davvero…
E a questo punto io non posso non pormi una domanda, e la pongo a te Roberta: cosa diremmo domani alle donne nelle nostre città? Cosa siamo venute a fare questi due giorni a Roma? Siamo forse venute a ratificare la nascita di un organismo che serve solo a darci un contentino e a farci sentire un po’ ascoltate? Siamo forse venute qui a ratificare l’elezione di Roberta come nostra portavoce? Ma che razza di armi segrete e vincenti siamo se poi non abbiamo il coraggio di armarci e di iniziare a combattere?
Caro segretario Bersani, io ti chiedo di essere coraggioso, e di fare quello che nessun uomo ha mai fatto nella tua posizione. Io ti chiedo di lasciarci libere di sciegliere le nostre rappresentanti, io ti chiedo di lasciarci libere di discutere e di non imporci le correnti. Io ti chiedo di lasciarci libere di metterci alla testa delle donne in piazza il 13 febbraio e di fare nostre le loro istanze, senza dover tener conto degli interessi di nessun altro se non dei nostri elettori.
Grazie
Francesca Dal Porto – delegata del Trentino Alto - Adige


domenica 13 febbraio 2011

Se non ora quando

Oggi piazza Cesare Battisti a Trento era gramita. C'era tantissima gente, donne uomini, giovani e vecchi. E' stato bello vedere tutta questa partecipazione, vedere tutta questa indignazione...E' stato bello vedere tutti quei ragazzi del liceo..è stato bello sentirsi parte di qualcosa di grande, di qualcosa che ha cambiato l'Italia. Le persone in piazza oggi chiedono solo DIGNITA', vogliono manifestare con la loro INDIGNAZIONE, che la misura ormai è colma. Mi chiedo cosa succederà da domani...Qualcuno ci ha definito poche radical chic, evidentemente guardano il TG1, ma alla loro propaganda ormai non crede quasi nessuno.




Il favoloso mondo di Nicole

Stamattina sfogliavo il Corriere on-line e mi è caduto l'occhio su questo aritcolo: "Sul web le idee del <favoloso mondo> di Nicole"...e già...Nicole Minetti, questa settimana, si permette di commentare le manifestazioni delle donne italiane sul sito di affaritaliani.it..Parla delle principesse delle favole: di Biancaneve, che viveva con ben sette uomini, di Cenerentola, che litigava con le sorelle per andare al ballo, di Aurora, che ha baciato il principe solo grazie alle fatine...e di grazia e bellezza, che a detta della laureata con 110 e lode madrelingua inglese, sono le doti delle donne...
Che dire..mi veniva il voltastomaco. Vorrei però rispondere alla cara Nicole, dal momento che sono scesa in piazza il 27 gennaio e che sicuramente scenderò in piazza oggi pomeriggio:

Cara Nicole,
è vero nelle favole non ci sono donne che scendono in piazza per manifestare, ma non ci sono nemmeno donne che si concedono al drago per un loro tornaconto personale. Ci sono donne buone, e la morale, in tutte le favole e fiabe è sempre la stessa: i buoni vincono e i cattivi perdono. Ritengo che comunque ci siano anche storie diverse da portare a modello per le bambine di oggi, e sicuramente da tenere come esempio nella vita quotidiana di ogni persona onesta. E parlo delle partigiane, delle nostre madri, che si sono impegnate per tenere insieme la famiglia e il lavoro, parlo delle scienziate, delle giornaliste, delle magistrate.. Certamente le donne hanno portato la grazia e la bellezza e la femminilità in ogni cosa che hanno fatto e che faranno..ma portano anche la determinazione e l'energia per raggiungere con impegno ogni obiettivo. Perchè sai com'è Nicole, raggiungere qualcosa perchè ci si è impegnate per ottenerla ti dà molta più soddisfazione che sculettare per raggiungere un seggio in regione.

giovedì 10 febbraio 2011

Secondo me hanno ragione i Brasiliani!

Era il 31 dicembre 2010, l'Italia tutta aspettava il nuovo anno e una decisione sull'estradizione del terrorista Cesare Battisti. Lula, ormai ex- presidente del Brasile, alla fine decise di non estradarlo. Tutti in Italia si indignarono: La Russa, pittoresco ministro della difesa italiano - che non vede l'ora di bombardare qualcuno - minacciò: "Ci saranno conseguenze", Napolitano scrisse una lettera al presidente Lula. Ma tanto è stato detto e tanto è stato fatto che Battisti se ne sta ancora in Brasile, e le speranze poste nella neo-presidentessa, Dilma Rousseff, sono state vane. Fatto sta che Battisti si professa perseguitato, e che se ne resta in Brasile.
E per me i brasiliani hanno ragione da vendere: come si fa ad estradare qualcuno in un paese il cui primo ministro vuole far causa allo Stato che governa perchè è stato rinviato a giudizio, in cui la magistratura viene tacciata di essere l'avanguardia di un golpe? Voi veramente estradireste una persona qualunque in un paese che viene descritto così? Io no.

Manifestazioni a Trento

In concomitanza con altre manifestazioni che si svolgono in tutta Italia, anche a Trento ci troveremo domenica. Diversamente da quanto annunciato in precedenza non si sarà il corteo dal Palazzo del Governo a Piazza Battisti. Ci troveremo, quindi, direttamente in Piazza Battisti alle 17. Ci saranno artiste di strada e gruppi musicali femminili per valorizzare i talenti delle donne.
Vi aspettiamo numerosi.

giovedì 3 febbraio 2011

Le manifestazioni di protesta delle donne italiane

Sabato scorso ho partecipato alla manifestazione che si è svolta a Trento per chiedere le dimissioni del primo ministro italiano. Domenica 13 febbraio dovrebbe esserci una giornata di mobilitazione a cui hanno aderito diverse organizzazioni e partiti politici.
Anche su Facebook, vedo molte delle mie amiche che sostituiscono la loro foto con fotografie di grandi donne del passato: scienziate, poetesse, partigiane, donne politiche che con il loro esempio e il loro lavoro hanno cambiato la storia.
E' bello che le donne cerchino modelli positivi da proporre alle nuove generazioni: far conoscere il lavoro e l'impegno di queste grandi donne potrebbe fare capire a ragazze che prendono ad esempio Ruby e le altre Berlusconi's girls che usare il cervello e non solo il corpo potrebbe aprire molte più strade per il futuro.
Tutto questo è molto bello, ma secondo me è ancora poco. Dovremmo occuparci come società di dare una nuova immagine della donna: non un corpo che serve a sponsorizzare i prodotti più disparati.dallo yogurt alla compagnia telefonica, non un elemento decorativo come sono le veline, le metereonine, e le varie vallette più o meno mute che si vedono in molte trasmissioni televisive. Dovremmo impegnarci a dare gli strumenti alle donne di domani affinchè non ci sia più una donna costretta a scegliere tra la carriera e la famiglia. Le donne italiane sono più colte degli uomini, eppure quando si tratta di occupazione siamo penalizzate, come dimostra l'esperienza di Stefania: una donna coraggiosa che ha raccontato la sua storia sul Corriere della Sera a marzo dell'anno scorso e che l'ha ripetuta a Riccardo Iacona in un reportage chiamato Senza Donne assieme a tante altre donne con storie simili.
Abbiamo il dovere di impegnarci per migliorare lo status quo, per ridare dignità alle donne. Dobbiamo farlo ora.