Oggi tornando a casa dal lavoro ho letto che Mario Adinolfi ha riconsegnato la tessera del PD con questa lettera indirizzata al segretario Bersani.
Devo dire che questa lettera mi ha parecchio scosso, probabilmente mi ha turbato perchè come Adinolfi sto vivendo un periodo di affanno all'interno del PD.
Io mi sono iscritta a questo partito perchè credevo che fosse possibile creare un partito progressista in Italia, credevo nel PD come strumento di rinnovo della politica italiana, perchè credevo a un modo nuovo di fare politica. Mi sono trovata dentro a un contenitore vuoto, dove conta di più l'amicizia con il potente di turno, piuttosto che le idee che hai e per cui combatti. Sinceramente non mi piace questo partito, dove la classe dirigente è autoreferenziata, dove la struttura stessa impedisce di capire e rappresentare al meglio la società di oggi.
Voglio parlare di quello con cui nel partito ho avuto più a che fare: la conferenza delle donne. E' un organismo inutile se alle portavoci e alle rappresentanti dei territori non viene permesso di lavorare e le si usa solo per comunicare decisioni prese altrove. E' un organismo vuoto se la portavoce nazionale non si fa carico assieme alle rappresentanti dei territori di elaborare un'agenda sul welfare e la condizione femminile in Italia per i prossimi 10 anni e si limita a invitare a raccogliere firme come quella che dovrebbe iniziare nei prossimi giorni.
Io voglio che il PD diventi un partito credibile, non un partito la cui unica linea politica è "Noi chiediamo le dimissioni di Berlusconi!".
Ho una domanda per Bersani: dopo cosa facciamo? Una grande ammucchiata? Quale è la nostra idea di paese dopo? Qual'è la risposta al precariato della mia generazione?
Per ora mi sembra che il PD sia un elefante in una vetreria. E' ora di cambiare ritmo, se la dirigenza non ha le capacità di farlo si tolga dai piedi.
Una domanda sola? Io ne avrei parecchie...
RispondiEliminaChe dire, tempo fa ho scritto su un forum Pd che questo partito si è snaturato, ha perso le sue ragioni fondative, è diventato altro da sè, la vera domanda la dobbiamo porre a noi stessi:
proviamo a dare-darci un'ultima possibilità per rifondare questo partito e così salvarlo insieme al Paese tutto, o ci rinunciamo e prendiamo atto che hanno vinto loro, e per loro intendo la paleolitica classe dirigente attuale, del nostro partito e non solo...?
Chiediamocelo, traiamo le conseguenze e dopo partiamo convinti, o verso la lotta, o verso la resa...