Immagino che tutti abbiamo visto il movimentato finale dell'assemblea nazionale del PD di sabato scorso, urla, gesti teatrali come strappare la tessera davanti al segretario.
Non voglio entrare nel merito dei contenuti del documento sui diritti, che comunque secondo me è fumoso e troppo poco coraggioso, o sugli ordini del giorno sulle primarie per la premiership e sui limite per i tre mandati, cosa in cui credo moltissimo.
Per me non è assolutamente vero che "una minoranza rissosa" voleva far valere le sue ragioni sulla maggioranza dei delegati del partito. La cifra sta invece in qualcos'altro: nel nome stesso che è aggettivo per il nostro partito: DEMOCRATICO. Un partito che si professa democratico pratica la democrazia, non l'oligarchia: non è possibile che in ogni riunione il confronto e il dibattito siano ridotti al minimo, non è possibile che ci sia sempre una decisione, un documento, una relazione da votare e ratificare e niente che possa essere discusso. Non ha senso nemmeno che si invochi il regolamento per l'approvazione dei documenti in parlamento, che comunque si trova qui.
In sostanza ritengo che abbia ragione Salvatore Vassallo:
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